RECCO

ASSOCIAZIONE SPORTIVA "LE TRE PUNTE"



ARTICOLI

A cura di Giuseppe Massari

POLLICINO

(RACCONTO)

Pollicino era seduto sullo scaletto di cemento impastato con la ghiaia del litorale, ruvido e fastidioso, che faceva continuamente grattare di dietro. Lo svizzero avrebbe già dovuto essere sceso in spiaggia, perché tardava? Era sabato, ormai le dieci del mattino, forse ieri sera non era arrivato? forse qualche affare l’aveva trattenuto? Lugano, la borsa di New York, titoli e fondi, cosa ne sapeva Pollicino, lui sperava solo che da quelle scale scendesse il ragazzo con il fucile subacqueo che, dalle” Tre punte”, si allontanava a nuoto, tornando, non più di un’ora dopo, con uno, forse due, saraghi vicini al chilo di peso . Erano i primi anni 70 e Niki, giovane agente di borsa, arrivava dalla Svizzera, dove lavorava, il venerdì, a trovare la mamma che abitava in via Romagneno . La mattina del sabato, scendeva alla Chiappa per fare la sua pescata e la conoscenza delle tane giuste sopperiva al pacchetto di Malboro che bruciava giornalmente, fuori confine, durante il saliscendi dei titoli.

Pollicino sapeva che quello era il suo giorno; lo Sportyacht 1 verde, il suo “vascello”, era già sulla battigia e, sul paiolo, almeno venti sassi bianchi, i più splendenti della spiaggia. “Ciao Giuse”, disse lo svizzero sbucando all’improvviso da dietro il muraglione; “Ciao Niki, stai andando?” chiese Pollicino scattando in piedi e scuotendosi con la mano il costumino incrostato della sabbia pungente dello scaletto. “Si, oggi devo fare in fretta, che ho gente a pranzo” e, così dicendo, il giovane scomparve dietro il primo masso della scogliera che portava alle Tre punte.

Il subacqueo pinneggiava velocemente sulla superficie oliosa del mare di quella mattina di luglio, mentre una barchetta verde lo seguiva a distanza. Le pinne nere scomparvero per la prima volta sott'acqua; “Caspita”, pensò Pollicino, “così al largo non le avrei mai trovate!”. Una serie di veloci remate e il primo sassetto bianco sprofondava poco lontano da dove lo Svizzero si era immerso e così fece, avvicinandosi e allontanandosi velocemente, tutte le volte che Niki insisteva in un punto in particolare con apnee che sembravano eterne.

Era quasi mezzogiorno e sui sassi, ormai roventi, della spiaggia due saraghi con i denti gialli e una bella murena, ancora attorcigliata sulla freccia del Jaguar Technisub, erano ammirati da un drappello di curiosi. “Bravo Niki” applaudì Pollicino, “grazie pescatore!” rispose soddisfatto “e tu? Non hai preso polpi? Ti ho visto in barca mentre ero in acqua. Ti piace pescare, eh?!” “Pescare è una favola!” disse Pollicino con un sorriso.

Negli anni a venire, nel mese di luglio, prima che lo Svizzero scendesse in spiaggia, un drappello di curiosi, spesso, ammirava quei saraghi grossi così, presi, incredibilmente, da quel ragazzetto alto come…. Pollicino.

RECCO 07

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